La nuova legge che regolamenta la viabilità forestale è entrata da poco in vigore. Ciò a seguito della pubblicazione del Decreto 28 ottobre 2021 in Gazzetta Ufficiale lo scorso 1 dicembre. La novità importante riguarda il divieto al traffico ordinario lungo i percorsi boschivi e campestri non asfaltati. Niente fuoristrada – pertanto – per auto, moto e bici. Venir colti a circolare in aree non urbane ci rende cioè passibili di una pesante sanzione amministrativa. Mentre le associazioni di categoria appaiono sul piede di guerra, cerchiamo di approfondire che cosa dice esattamente la normativa, a beneficio di tutti i passionisti dell’off-road.
La nuova legge sui fuoristrada
Cosa dice la nuova legge fuoristrada? Gli obiettivi espliciti dell’articolato riguardano, come recita il titolo del decreto, la “[…] definizione dei criteri minimi nazionali inerenti agli scopi, le tipologie e le caratteristiche tecnico-costruttive della viabilità forestale e silvo-pastorale, delle opere connesse alla gestione dei boschi e alla sistemazione idraulico-forestale“. Direttamente correlata al tema è la questione della circolazione dei veicoli nei boschi e nelle strade non asfaltate di campagna. Il legislatore ha deciso di porre un divieto assoluto al fuoristrada ludico, per qualsiasi tipo di veicolo. Riporta infatti il Decreto: “Indipendentemente dal titolo di proprietà, la viabilità forestale e silvo-pastorale e le opere connesse […] sono vietate al transito ordinario […]”. Per “transito ordinario” si intende implicitamente tutti quei mezzi non atti a manutenere tali percorsi boschivi e campestri: autocarri, autotreni, trattori, ecc. Da quel che emerge, il divieto pare assoluto persino per le mountain bike.
E’ la fine del fuoristrada ludico?
Dobbiamo quindi rinunciare a divertirci andando per boschi, o lungo sentieri di montagna, con bici, quad, o 4×4. Ma la cosa non riguarda solo gli appassionati dell’off-road: anche andar per funghi non appare così semplice. Chi non si è mai avventurato, con il proprio mezzo, lungo percorsi non asfaltati, per raggiungere più comodamente i luoghi adatti dove fare incetta di porcini o altre specialità micologiche? Anche questa, dunque, una pratica quantomeno da ridimensionare? Non tutto però appare perduto.
Il ruolo delle associazioni di categoria
E’ di qualche giorno fa la dura presa di posizione di ANCMA, la sezione dei costruttori di moto di Confindustria e di FMI (Federazione Motociclistica Italiana) contro le norme previste dal decreto. L’ANSA ha riportato alcuni stralci di un loro comunicato congiunto, nel quale si legge come si sia di fronte ad “[…] una norma miope, che può creare potenzialmente un grave danno economico al mercato, all’intera filiera, alle attività ludiche e sportive e a quelle legate all’accoglienza e al turismo […]. Inoltre, nel decreto vi sono profili di incostituzionalità, perché manca evidentemente il bilanciamento degli interessi in gioco e di diritti costituzionali come la libera circolazione, il diritto alla libera iniziativa economica e quello di svolgere attività sportiva e ricreativa“. A seguire, le due associazioni – fortemente colpite, com’è ovvio, dall’entrata in vigore della legge – hanno iniziato un dialogo a quanto pare positivo con il governo. Si spera pertanto di giungere alla fine ad una revisione, almeno parziale, dei divieti previsti.
La precisazione del Mipaaf
Ad aprire la strada a possibili soluzioni è stato lo stesso Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Lo scorso 16 dicembre il Mipaaf precisava come il compito di valutare gli effetti della fruizione pedonale, cicloturistica o con mezzi motorizzati diversi da quelli forestali sui tracciati non asfaltati spetti alle Regioni. Ed è pertanto a queste ultime, pare, demandato l’onere di prevedere possibili allentamenti – caso per caso – ai divieti stabiliti dalla legge. Un tema del quale sarà quindi necessario tornare presto ad occuparsi per raccontarne i successivi sviluppi.