Siamo nel 1937 e il Führer è, in Germania, al massimo del suo potere. La grandezza del Reich – secondo le sue intenzioni – non poteva non passare anche attraverso uno sviluppo tecnologico e industriale di primissimo livello, del quale avrebbero dovuto beneficiare anche le famiglie ariane meno abbienti. Fu questo lo spirito con il quale venne inaugurata, proprio in quell’anno, la Volkswagen: la “macchina per il popolo“.
Scopriamo quindi, in questo breve articolo, quali sono state le vicende salienti della storia della Volkswagen, oggi grande gruppo internazionale, tra i cui marchi vanno ricordati Audi, SEAT, Skoda, Lamborghini, Porsche e – per le moto – la Ducati.
Il logo Volkswagen
Parlando della storia della Volkswagen non si può non tracciare brevemente anche la storia del suo logo. Come è facilmente comprensibile, a dominare da sempre sull’impianto grafico sono le due lettere V e W, che stanno per le due parole tedesche Volk (popolo) e Wagen (vettura). Va infatti ricordato che la lingua tedesca consente di creare nuovi termini combinando assieme due o più nomi. In questo caso, dalla fusione dei nomi Volk e Wagen nasce il termine composto Volkswagen, ovvero “macchina per il popolo”.
Oggi il logo è esclusivamente composto dalle due lettere, ma in origine, nel 1937, esse erano combinate assieme ad altri elementi di design: una ruota dentata, a ricordare il Fronte Tedesco del lavoro (Deutsche Arbeitsfront), l’ente parastatale da cui dipendeva l’azienda e, naturalmente, la svastica.
Volkswagen: le origini nazionalsocialiste
A progettare i primi prototipi Volkswagen fu il grande Ferdinand Porsche, che all’epoca era noto per le sue capacità ingegneristiche e ancora non aveva sfondato con la propria fabbrica di automobili. L’auto del popolo doveva avere caratteristiche ben precise: economica, semplice e robusta. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, tutti i progetti vennero però riconvertiti da auto civili a mezzi militari. Celebre, per la sua caratteristica di veicolo anfibio, fu la Schwimmwagen, l'”auto che nuota”, utilizzata dalla Wehrmacht.
La fortuna del Maggiolino
A rendere però famosa la fabbrica tedesca in tutto il mondo dopo le vicende belliche fu certamente il più iconico tra tutti i modelli Volkswagen di sempre. Stiamo parlando del “Maggiolino”, il cui reale nome commerciale fu 1.200. Basato su un prototipo prebellico realizzato da Ferdinand Porsche, l’auto ottenne un successo enorme, tanto da venir prodotta sino al 2003.
Una variante della 1.200, nata quest’ultima per soddisfare una platea ampia e popolare, fu il Transporter, un veicolo commerciale adattabile sia al trasporto meri sia al trasporto persone.
Volkswagen Golf, l’erede del Maggiolino
Prima di riuscire a trovare una degna erede del fortunatissimo Maggiolino passarono decenni. Molti furono i tentativi di far uscire di produzione la celebre vettura, ma si dovrà attendere gli anni Settanta e la mano di Giorgetto Giugiaro per poter trovare un sostituto capace di eclissare la fama della vecchia 1.200. Stiamo ovviamente parlando della Golf, modello ancora oggi in produzione.