Ci occupiamo qui della storia della rinomata azienda automobilistica USA Ford Motor Company e dei modelli Ford più famosi. Dopo aver passato in rassegna i veicoli più noti, accenneremo alle vicende più importanti che hanno caratterizzato l’impresa di Dearborn (Michigan, USA).
Modelli Ford anni duemila
La Ford Puma
Uno degli ultimi veicoli commercializzati in Europa da Ford è il crossover Puma. Si tratta di una due volumi, a cinque porte, con una interessante particolarità: il bagagliaio presenta un doppio vano, grazie all’estensione di ulteriori 80l rispetto al normale spazio posteriore. L’alimentazione è a benzina, ibrida ed a gasolio.
La Ford Mustang
Del 2015 è invece il lancio della nuova Ford Mustang, un veicolo sportivo caratterizzato da un motore V8 e dal cambio automatico. La nuova tecnologia implementata sulla Mustang consente di selezionare quattro modalità distinte di guida, tutte automatiche: da quella ordinaria a quella sportiva, da quella da pista a quella neve/bagnato. Tre i modelli disponibili: GT Fastback, GT Convertible e Mach 1.
Il Ford Transit
Transit è il nome del veicolo ad uso commerciale della Ford per antonomasia dal 1953. Nel 2014 viene fatta uscire la sua ottava versione. Novità del momento, la possibilità di scegliere tra trazione anteriore, posteriore o integrale, sulla base delle diverse esigenze d’uso.
La Ford Mondeo
Del 2014 è la berlina Mondeo, al quinto restyling dalla sua prima versione (1963). Caratteristica specifica di questa serie è la trazione integrale opzionale. La Mondeo ha chiuso la sua produzione nel 2022, surclassata dalle vendite di modelli più di tendenza, quali SUV e crossover.
La Ford Fiesta
Chiudiamo la rassegna dei modelli degli anni duemila della Ford con la notissima Fiesta. Si tratta di una berlina presente sul mercato dal lontano 1976, oggi giunta alla sua settima versione. L’offerta attuale prevede esclusivamente modelli con motore a benzina a tre cilindri.
Breve storia della Ford
Ford, Taylor e il fordismo
Le origini della Ford Motor Company risalgono esattamente a centoventi anni fa (1903), grazie ad un idea dell’imprenditore di origine irlandese Henry Ford (1963-1947). L’azienda statunitense è sta la prima ad aver adottato – in modo sistematico – la catena di montaggio, al fine di aumentare la produttività. Il “fordismo” – questo il termine coniato da Antonio Gramsci per indicare le innovazioni tecnologiche e di pianificazione introdotte da Ford sulla base delle idee dell’ingegner Frederick Taylor – è col tempo divenuto sinonimo del lavoro ripetitivo ed alienante delle prime fabbriche. Una sua classica rappresentazione è quella presentata da Charlie Chaplin nel suo lungometraggio capolavoro “Tempi Moderni“.
Il fordismo ha però rappresentato anche, nel suo massimo sviluppo, un grande volano economico. La pianificazione e l’efficientamento del ciclo produttivo aveva infatti abbassato talmente tanto i costi di produzione dei veicoli da consentire agli stessi salariati della fabbrica di poter comprarsene uno ciascuno.
La grande espansione
Avendo conquistato il mercato americano grazie ai suoi prezzi popolari, sul finire degli anni Venti del secolo scorso, in piena bolla depressiva, Ford fu in grado letteralmente di “mangiarsi” alcuni brand di spicco dell’automotive, che vennero acquisiti dal gruppo: Land Rover, Jaguar, Aston Martin, Volvo.
Oggi la Ford è una public company, che mantiene vivi due soli brand: Ford e Lincon, dedicata ai veicoli di lusso. Una grande crisi nei primi anni duemila aveva infatti costretto l’azienda a ridimensionarsi fortemente, cedendo praticamente tutti i brand precedentemente acquisiti, chiudendo ben quattordici stabilimenti e mandando a casa circa trentamila persone.