Forse non tutti sanno che il primo veicolo a motore circolante in Italia è stato proprio un veicolo Peugeot. Ad acquistarlo, nel lontano 1893, fu un imprenditore veneto. La Type 2 – così si chiamava il quadriciclo – montava un motore Daimler bicilindrico a V ed aveva una cilindrata inferiore ai 600 cc, per soli 2 CV di potenza. Ma allora, in un certo senso, la Peugeot non era ancora la Peugeot: le auto infatti venivano prodotte da un reparto speciale dell’azienda di famiglia dei fratelli omonimi.
A fondare l’industria automobilistica che ancora porta il nome Peugeot fu – pochi anni dopo – il quasi cinquantenne Armand, nel 1897. Fu allora che nacque la Société Anonyme des Automobiles Peugeot. Raccontiamone quindi brevemente la storia.
Gli esordi e le due Peugeot
Mentre Armand iniziava a fare sul serio, rompendo innanzitutto con la Daimler – tedesca – per questioni nazionalistiche e realizzando internamente i propri motori, la vecchia azienda di famiglia ancora produceva biciclette ed altri materiali in acciaio. I figli del fratello di Armand, Eugène, avevano però intuito le enormi potenzialità del mercato automobilistico e così – sfruttando il nome di famiglia – decisero anch’essi di fondare una fabbrica di autoveicoli, in accordo con lo zio. Nacque perciò la Les Fils de Peugeot Frères la quale, con il marchio Lion-Peugeot, puntava ad un mercato popolare, complementare rispetto a quello più ricercato della Peugeot di Armand. La stagione delle due Peugeot non durò però moltissimo: già nel 1910 tutte le aziende di famiglia si fusero in un unica realtà.
Dalla Bebé alla 403
La Société Anonyme des Automobiles et Cycles Peugeot, risultato della fusione delle aziende di famiglia, si presentò sul mercato negli anni Dieci del secolo scorso con un nuovo veicolo, frutto del genio del design italiano Ettore Bugatti: la Bébé. L’autovettura, dai costi contenuti, era stata pensata per un mercato piuttosto popolare.
Terminata la Grande Guerra, la Peugeot fu la prima azienda automobilistica – assieme alla Mercedes-Benz – a lavorare sui motori diesel. Gli investimenti su questa tipologia di propulsore furono piuttosto consistenti, ma non portarono all’impresa transalpina il risultato di produrre il primo veicolo a motore diesel. Tale primato spettò infatti al competitor tedesco.
La svolta si ebbe però a metà anni Cinquanta, circa trent’anni dopo le prime sperimentazioni, con la produzione di un auto speciale per la Peugeot: la 403. Anche in tal caso a far la differenza fu un designer italiano, Pininfarina. La 403 fu la prima autovettura Peugeot a montare un diesel di serie. Prodotta dal 1955 al 1967 in oltre un milione di esemplari, la vettura presentava più allestimenti, che andavano dalla berlina di base (1290 cc per 125 km/h) alla versione cabriolet (1468 cc per 140 km/h) alla versione familiare diesel (1816 cc per 105 km/h).
Dal gruppo PSA al gruppo Stellantis
La crisi petrolifera degli anni Settanta colpì particolarmente il settore dell’automotive. I successi dei modelli Peugeot – dalla 404 alla 504 alla 204 – tennero piuttosto al sicuro la compagnia transalpina, che addirittura acquistò nel 1976 il 90% della rivale Citroën, sull’orlo del fallimento, dando vita così al gruppo PSA.
La storia recente del brand francese vede un susseguirsi di vetture di discreto successo: la 604 (1975-1985), berlina disegnata da Pininfarina; la 405 (1987-1995), auto dell’anno 1988; l’utilitaria 106 (1991-2004), leggera ed economica; la 206 (1998-2012), berlina a due volumi; la 307 (2001-2009), berlina auto dell’anno 2002.
Nonostante i successi degli anni precedenti, gli anni Dieci del nuovo secolo vedono il gruppo francese in difficoltà economica. La crisi porta tre conseguenze:
- una cessione del 20% del capitale azionario allo stato francese e di un ulteriore 20% ai cinesi della Dongfeng, con la conseguente perdita del controllo del gruppo da parte della famiglia Peugeot;
- la nomina ad amministratore delegato dell’ex Renault Carlos Tavares, che riporta in utile l’azienda attraverso drastici tagli nei settori improduttivi;
- la fusione con il gruppo FCA e la conseguente nascita di Stellantis.