Torniamo, dopo qualche tempo, ad occuparci di auto italiane. Dopo aver scritto una breve storia della Fiat, è il momento di dedicarci alla nascita dell’Alfa Romeo. Termineremo, al solito, presentando i modelli Alfa Romeo solo passaggio di proprietà.
Perché “Alfa Romeo”?
Ad una preliminare legittima domanda però è giusto dare risposta. Perché “Alfa”? E perché “Romeo”? “Alfa”, si sa, è la prima lettera dell’alfabeto greco. In questo caso, però, la denominazione emerse semplicemente come acronimo di Anonima Lombarda Fabbrica Automobili. Non fu però questa una grande novità. Tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del secolo scorso molte aziende adottarono acronimi. Si pensi, ad esempio, alla stessa Fiat, ovvero Fabbrica Italiana Automobili Torino. Certo, il richiamo all’alfa greco non fu certo casuale. Esso doveva evocare l’idea di un nuovo inizio, e tra breve capiremo perché.
“Romeo”, invece, si aggiunse pochi anni dopo la fondazione dell’impresa, quando a condurre l’azienda arrivò l’imprenditore Nicola Romeo.
La nascita dell’Alfa Romeo
La data di nascita ufficiale dell’azienda automobilistica lombarda è il 24 giugno del 1910, ben centotredici anni fa. Ma la vicenda imprenditoriale che portò alla fondazione dell’Alfa era cominciata diversi anni prima. Una precedente azienda automobilistica era infatti sorta a Napoli nel 1906, con capitali francesi: la Società Italiana Automobili Darracq. Pierre Alexandre Darracq, imprenditore francese nel campo delle biciclette, nel 1896 si era convertito, come molti a quel tempo, in impresario automobilistico. La visione strategica di Darracq lo portò ben presto ad investire su un unico mercato europeo, aprendo filiali in Inghilterra, Spagna ed Italia.
La scelta di Napoli, grande agglomerato urbano con manodopera a basso costo, come centro produttivo italiano si rivelò però ben presto fallimentare. L’approvvigionamento di materiale destinato all’assemblaggio, proveniente dalla Francia, data la distanza con Napoli, era piuttosto difficile. Di qui la scelta di spostarsi – dopo pochi mesi – a Milano, decisamente più vicino alla casa madre transalpina.
Nonostante il trasferimento, l’impresa italiana di Darracq si rivelò fallimentare.
La società venne posta in liquidazione e rilevata, nel 1910, da un gruppo di imprenditori lombardi, guidati dell’ex amministratore delegato della Darracq Ugo Stella. L’aziende venne rinominata Anonima Lombarda Fabbrica Automobili, ossia Alfa, a significare una vera e propria ripartenza.
La Grande Guerra e il ruolo di Nicola Romeo
Le vicende economiche dell’Alfa, sostanzialmente un’azienda in progressiva crescita sino al 1914, subirono uno stop drammatico all’inizio della Prima Guerra Mondiale. L’azienda non fu infatti capace di convertirsi prontamente – come invece capitò ad altre industrie dell’automotive europee – alla produzione bellica. La proprietà decise, pertanto, di cedere l’impresa ad un istituto bancario, la Banca Italiana di Sconto.
Fu allora, nel 1915, che Nicola Romeo, ingegnere campano, venne chiamato dalla nuova proprietà a gestire gli stabilimenti milanesi, riconvertiti – grazie alle risorse finanziarie della Banca di Sconto – in centri produttivi per l’esercito italiano. Al termine della Grande Guerra Romeo riprese la produzione di autovetture, acquisì l’intera proprietà dell’Alfa e aggiunse alla denominazione il proprio cognome.
Gli anni Venti e il controllo statale
Il 1921 fu l’anno critico per la Banca di Sconto, proprietaria, lo ricordiamo, dell’azienda automobilistica milanese. A seguito di una pesante crisi finanziaria, l’istituto bancario venne messo in liquidazione e la proprietà dell’Alfa Romeo, se pur in mano formalmente ancora a Romeo, di fatto – per la pesante esposizione debitoria dovuta alla riconversione bellica – era passata sotto controllo diretto dello Stato. Nel 1925 Nicola Romeo venne sostituito alla guida dell’azienda da Pasquale Gallo.
La situazione economica dell’Alfa restò pessima per diversi anni, ma Benito Mussolini – grazie ai molteplici successi del marchio italiano nelle gare automobilistiche internazionali – volle convintamente evitare che l’azienda milanese chiudesse.
Nel 1933, tramite l’IRI, l’Alfa Romeo divenne una azienda statale a tutti gli effetti.
Vediamo tutti i modelli Alfa Romeo solo passaggio di proprietà: