Storia e modelli auto Lancia

Storia e modelli auto Lancia

Una lunga storia, quella della Lancia. Scopriamo assieme la vicenda di un marchio che ha fatto sognare, negli anni passati, numerosissimi appassionati. Ne declineremo di seguito brevemente le vicende e passeremo in rassegna, rapidamente, i principali, storici, modelli auto Lancia.

Le origini della Lancia

La casa automobilistica torinese fu fondata nel 1906 da un pilota ed imprenditore di provincia: Vincenzo Lancia. Appena venticinquenne, Vincenzo, ex collaudatore Fiat, assieme il suo socio paritetico Claudio Fogolin, anch’egli pilota, costituì la sua piccola impresa, subito dedita ai veicoli di lusso.
Il primo modello ad avere un riscontro anche in ambito internazionale fu la 25/35 HP, meglio nota come Lancia Theta.

Lancia Theta – Tony Harrison from Farnborough, UK, CC BY-SA 2.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0, via Wikimedia Commons

Della Theta vennero prodotti 1696 esemplari, tra il 1913 al 1918. Caratteristica del modello fu indubbiamente l’impianto elettrico completo – una grande novità per i tempi – montato di serie. L’auto aveva una cilindrata di 5.000 cc e riusciva a raggiungere, in quarta, anche i 120 km/h.
Uno fra tutti i modelli Lancia di maggior successo fu senz’altro la Lambda, prodotta dal 1923 al 1931. Per l’epoca si trattò di un veicolo decisamente rivoluzionario, soprattutto per l’innovazione che caratterizzò la struttura portante del mezzo. Il telaio tradizionale, a longheroni, venne infatti sostituito da un’unica membratura in lamiera. Dotata di sospensioni anteriori semi-indipendenti, la Lambda riusciva a tenere la strada con prestazioni per l’epoca fuori dall’ordinario.

Lancia Lambda – Stahlkocher, CC BY-SA 3.0 http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/, via Wikimedia Commons

L’epoca dei grandi veicoli non era però terminata. Pochi anni dopo, nel 1937, a segnare il punto a favore di Vincenzo Lancia fu la ben nota Aprilia. Si trattò del perfezionamento di un precedente veicolo, l’Augusta, rispetto al quale vennero apportate significative modifiche all’aerodinamica, al motore – con il brevetto delle camere di scoppio emisferiche – e alla trasmissione, rendendo tutte e quattro le ruote indipendenti. L’Aprilia anticipò di vent’anni almeno le caratteristiche, nel design e nella meccanica, di molte berline successive.

Lancia Aprilia – Istituto Centrale per gli Archivi, Public domain, via Wikimedia Commons

Dalla morte di Vincenzo Lancia all’intervento della Fiat

La storia della Lancia, proprio nel 1937, subì un radicale cambio di passo. Fu in quell’anno infatti che il fondatore e l’artefice dei successi della casa automobilistica torinese perì, a causa di un infarto. A prendere le redini della fabbrica fu allora Gianni, il figlio di Vincenzo.
A caratterizzare la nuova governance in casa Lancia fu produzione di una nuova vettura, ancora una volta innovativa: l’Aurelia. Si trattò di una berlina di 1.800 cc, destinata ad un pubblico esigente. Il design e la meccanica rinnovate puntavano a trasmettere autorevolezza, classe e confort.

Lancia Aurelia coupé

E’ del 1958 la cessione dell’azienda da Gianni e la famiglia Lancia al “re del calcestruzzo”, l’imprenditore Carlo Pesenti. Tanti i motivi dietro questa scelta. Uno di essi, certamente di peso da un punto di vista psicologico, fu la tragica morte del pilota di punta della scuderia in Formula 1, Alberto Ascari.
Undici anni dopo, nel 1969, a seguito di consistenti difficoltà nel finanziamento dell’azienda, il gruppo Pesenti cedette -di fatto svendendola – la Lancia a Fiat. L’ingresso del colosso torinese, che nel frattempo aveva anche inglobato Autobianchi e Ferrari, rilanciò il brand con diverse auto di qualità.
Ma il veicolo di punta, simbolo di una Lancia che non c’è più, fu la Stratos, incredibile macchina da rally con motore Ferrari Dino, vero e proprio oggetto di culto per tantissimi appassionati.

Lancia Stratos

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